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Il Giglio ha ricordato le 32 vittime del naufragio della Costa Concordia.

Sono passati sei anni da quella notte gelida del 13 gennaio quando Costa Concordia, una nave da crociera con 3.216 passeggeri e 1013 uomini dell’equipaggio, naufragò dopo aver urtato gli scogli delle Scole. All’Isola del Giglio, come ogni anno, si sono ricordati quei momenti terribili e le 32 vittime della sciagura, tra le quali Dayana, una bambina di cinque anni. Al mattino è stata celebrata una messa a suffragio nella chiesa dei santi Mamiliano e Lorenzo e una corona è stata deposta in mare; di sera, alle 21.30, una processione con le fiaccole ha raggiunto il molo rosso dove una lapide ricorda quei morti. Una celebrazione semplice, sobria, ma intensa e ricca di significati. Alla quale hanno partecipato anche alcuni dei personaggi che contribuirono alla salvezza dei passeggeri e all’opera di soccorso. Tra questi il comandante Gregorio de Falco e il capo della polizia Franco Gabrielli. De Falco, allora ufficiale alla capitaneria di porto di Livorno, nella notte del naufragio assunse la responsabilità delle operazioni. Il mondo lo ricorda per quel “vai a bordo c…”, rivolto al comandante Francesco Schettino che era sbarcato dalla nave inclinata paurosamente e sulla quale si trovavano ancora centinaia di passeggeri da salvare. Oggi Schettino sta scontando in carcere la condanna a 16 anni passata in giudicato. “Sono qui per ricordare le vittime” si è limitato di dire ai giornalisti. Gli abitanti del Giglio l’hanno accolto come un concittadino e in tanti lo hanno ringraziato. “Lei ha salvato l’onore della marineria italiana nel mondo” gli hanno detto. Benvenuto anche Franco Gabrielli, allora commissario straordinario che condusse con grande successo le operazioni di raddrizzamento e di recupero della nave incagliata a Punta Gabbianara. La cerimonia di commemorazione si è conclusa alle 21,45 e 7 secondi, (l’ora esatta del naufragio) quando il lamento delle sirene delle navi ha anticipato una preghiera in ricordo delle vittime.

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