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Suicidio assistito. I gesuiti prendono posizione e aprono il dibattito dentro la Chiesa.

Non affossare il disegno di legge sul suicidio assistito. L’appello arriva da “La Civiltà Cattolica”, il quindicinale dei gesuiti le cui bozze vengono riviste dalla Segreteria di Stato vaticana. “Per la situazione del Paese e il richiamo della Corte Costituzionale al Parlamento”, si legge in un articolo di padre Carlo Casalone, “ci sembra importante che si arrivi a produrre una legge. La latitanza del legislatore o il naufragio della proposta di legge assesterebbero un ulteriore colpo alla credibilità delle istituzioni, in un momento già critico. Pur nella concomitanza di valori difficili da conciliare, ci pare che non sia auspicabile sfuggire al peso della decisione affossando la legge. Diverse forze politiche si muovono in questo senso, benché con opposte motivazioni: chi per sgombrare la via verso il referendum e agevolare la vittoria del ‘sì’, chi per rinviare sine die la discussione su una tematica spinosa. Nell’attuale situazione culturale e sociale, sembra a chi scrive da non escludersi che il sostegno a questa proposta di legge non contrasti con un responsabile perseguimento del bene comune possibile”.
Una posizione finora inedita all’interno della Chiesa cattolica che vuole, però, indubbiamente aprire il dibattito, più dentro che fuori le istituzioni ecclesiali, e suscitare delle reazioni in senso contrario a quelle finora registrate dalle gerarchie.

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