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Non marciamo su Roma. Ma nemmeno per il Che.

Né con l’anti-Stato né col guerrigliero delle sierre. È sbagliato dividere sempre l’universo in due: i buoni e i cattivi, i rossi e i neri, la destra e la sinistra. E a volte è persino giusto non stare da nessuna parte. Guardando indietro ai tempi gloriosi delle rivoluzioni, per non guardare avanti in questi tempi di crisi e di divisioni, l’Italia – spaccata in due su ogni cosa come da antico vizio nazionale – è ripiombata in questi giorni nelle stanche celebrazioni degli eroi delle epoche andate, non avendone peraltro da salutare di nuovi. Il passato che non passa mai.

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