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Le ceneri di Solidarnosc (e di Walesa) 36 anni dopo.

papaSettembre 1980, inizia la formidabile avventura di Solidarnosc ai cantieri Lenin di Danzica. Lech Walesa si impone alla attenzione della opinione pubblica mondiale con coloro che diventeranno i dirigenti di un movimento al tempo stesso sindacato e partito. Il Papa polacco l’anno prima giungendo in Polonia aveva acceso una miccia che nessuno avrebbe potuto più fermare. E con la Laborem exercens, Enciclica sul lavoro, aveva legittimato il lavoro e le sue espressioni sociali ben oltre la statualità, ormai immobile, dei satelliti di Mosca. La spallata riuscì e fece crollare anni dopo il fatidico muro di Berlino non più presidiato dalla nomenclatura sovietica smembrata da Michail Gorbaciov. Solidarnosc divenne dominante, oggi se ne cercano le ceneri in una Polonia dalle sterzate populiste degli euro scettici, conservatrici di un mondo cattolico che da molla dirompente contro il regime comunista è diventato fonte di rigetto nei confronti delle ansie di liberazione interne ed esterne ai loro confini.

solidarnosc-1Certo il Walesa Masaniello non ha retto alla prova della storia. Certo quel gruppo dirigente dove l’anima laica era in minoranza, si è disperso nella caccia a fortune politiche personali come talvolta avviene dopo lotte durissime e vittorie esaltanti. Certo, l’Europa ha delegato nuovamente la questione Polonia ai suoi temibili vicini, Germania e Russia. Ma resta l’interrogativo: c’è una eredità che vale ancora di quella esperienza che commosse il mondo, creò forti rapporti di vicinanza fra i sindacati, divenne sinonimo di libertà, dimostrando che l’unità è in grado di abbattere ostacoli apparentemente insormontabili? Oggi è difficile persino conservare la memoria storica di quegli eventi, foto sbiadite di un tempo che è sparito. Eppure qualcosa potrebbe essere utile conservare: ad esempio la fraterna solidarietà dei sindacati europei nel difendere quella esperienza libera. Oggi servirebbe ancora per guardare lontano e salvare insieme, un’idea di Europa e di futuro sociale ed economico per tanti giovani e lavoratori. Un futuro che si preannuncia ben più opprimente, se non corretto in tempo, di un regime liberticida.

fonte: fondazionenenni.wordpress.com

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