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Alessandro Magno sepolto vivo: morì dopo sei giorni.

Alessandro Magno, Militare e Re della Macedonia Antica dal 336 a. C. al 326 a. C., non morì per un’infezione, né per omicidio, come molte tesi storiche hanno sempre asserito. A secoli di distanza dal suo ultimo respiro, una ricerca afferma che la morte è avvenuta per la Sindrome Guillain-Barrè, un disturbo neurologico autoimmune raro che lo lasciò paralizzato per sei giorni privandolo, a poco a poco, della possibilità di camminare, di parlare ed infine di respirare.
Le recenti scoperte potrebbero quindi riconoscere quella di Alessandro Magno, uno dei comandanti di maggior successo della storia, come la falsa morte più antica e famosa mai registrata. Infatti, sembra che quando il suo corpo venne preparato per la tumulazione, in realtà fosse ancora vivo. Solo che i medici, con gli strumenti del tempo, non se ne accorsero. A dimostrare questa tesi, il fatto che nei sei giorni successivi alla morte, sul corpo del condottiero non si presentarono segni di decomposizione.
In quel periodo stabilire la morte di una persona non era facile: gli accertamenti si basavano sulla presenza del respiro, piuttosto che sul battito presente al polso. La Sindrome di Guillain-Barrè, con le sue tipiche paralisi e la richiesta ridotta di ossigeno, potrebbe aver ridotto la visibilità della respirazione. Inoltre, le pupille fisse e dilatate dimostrano che la conservazione del corpo non è avvenuta per merito di un miracolo, ma perché Alessandro Magno non era ancora morto.

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