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Dal Dna un nuovo volto per Ava, donna dell’Età del Bronzo.

Era bruna, con la carnagione olivastra, gli occhi scuri e l’aspetto simile a quello degli attuali spagnoli, anche se viveva in Scozia dove era probabilmente arrivata seguendo un flusso di migrazioni: è questo il ritratto di Ava, la donna dell’età del Bronzo morta oltre 4.200 anni fa in Scozia, il cui volto è stato ricostruito grazie al Dna. I resti di Ava sono stati trovati in un sepolcro intagliato nella roccia ad Achavanich nel 1987, nella contea di Caithness, e avevano già permesso di ottenere un primo ritratto, ben diverso da quello attuale: prima si pensava che la donna avesse i capelli rossi e gli occhi azzurri. Le ultime analisi genetiche invece hanno portato a una ricostruzione diversa, grazie all’aiuto dell’artista forense Hew Morrison. “Raramente gli archeologi trovano tracce che indicano il colore di occhi, capelli o pelle, ma grazie a queste nuove tecniche possiamo vedere le persone della preistoria come mai fatto prima“. Il fatto che discendesse da migranti provenienti dall’Europa è molto interessante per i ricercatori “perché sappiamo che erano molto pochi, se non assenti, legami genetici con le popolazioni locali del neolitico residenti nella contea prima di lei“. Ava, che doveva avere tra 18 e 25 anni al momento della morte, viveva in una comunità della popolazione Beaker, che allevava bestiame, mangiava carne, usava la flora locale a scopo medico ed era composta da abili artigiani. “Era una giovane donna sana, che probabilmente svolgeva lavori fisici. Non sappiamo cosa abbia causato la sua morte, ma il modo in cui è stata sepolta indica che ci fu uno sforzo extra per creare il suo sepolcro. Era rispettata“.

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