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Suicidi. Quel modo sbagliato di raccontare una scelta tragica e insondabile.

Il linguaggio della cronaca per raccontare storie di suicidio è di frequente inadeguato, banale, presuntuoso nel voler cercare a tutti i costi le cause di una scelta tragica, spesso profondissime, insondabili, misteriose. Le norme deontologiche che dovrebbero governare il lavoro dell’informazione prescrivono cautele, suggeriscono il modo giusto per esporre i fatti che riguardano una persona che si toglie la vita. Ma quelle norme, quei suggerimenti, non vengono sempre rispettati. Secondo alcuni, parlare di suicidi produrrebbe un effetto di emulazione in chi, più o meno coscientemente, ha in animo di suicidarsi. Un convincimento, questo, affatto condiviso da molti altri.

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