Era il 22 novembre 2016 quando la Commissione Sanità del Senato discusse l’ultima volta della riforma del settore funerario. Tutti concentrati sull’esito del referendum sulla modifica della Costituzione e su ciò che ne sarebbe scaturito. Pochi avevano previsto che “saltasse” Matteo Renzi e il governo da lui presieduto. Ma così è stato. E uno dei grandi sponsor del cambiamento delle norme funerarie italiane – a detta del Presidente di EFI Gibellini – ha meno potere per intervenire. I detrattori del provvedimento si erano subito ascritti il merito, favorendo la presentazione di alcune centinaia di emendamenti già in sede referente, di aver “affossato” la riforma del settore funerario che già partiva zoppa per l’amputazione di buona parte delle innovazioni cimiteriali.
Invece, anche se lentamente, l’iter prosegue in sede consultiva. Ricordiamo che dopo la sede referente in XII Commissione del Senato, dove si è in presenza di un testo unificato dalla relatrice Senatrice Maturani, ora il percorso è quello presso le Commissioni consultive. Occorrono i pareri delle Commissioni: 1ª (Affari Costituzionali), 2ª (Giustizia), 5ª (Bilancio), 6ª (Finanze), 7ª (Pubblica Istruzione), 8ª (Lavori Pubblici), 10ª (Industria), 11ª (Lavoro), 13ª (Ambiente), 14ª (Unione Europea), Questioni Regionali. E, per il momento, il provvedimento è stato esaminato dalla 13ª Commissione permanente (Territorio, ambiente, beni ambientali) con parere favorevole e dalla 14ª Commissione permanente (Politiche dell’Unione Europea) con esito non ostativo e con osservazioni sul nuovo testo.
fonte: www.funerali.org
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