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Permesso per lutto: al personale della scuola spettano tre giorni.

Occorre fare chiarezza sul fatto che con il nuovo contratto la normativa sui permessi del personale della scuola non è affatto cambiata. Ne consegue che i permessi retribuiti restano inalterati e a disposizione del personale scolastico. A tal proposito, riassumiamo la normativa di riferimento in merito ai permessi da usufruire in caso di lutto. Come riporta il CCNL scuola 2016-2018, per quanto non espressamente previsto dal suddetto contratto, continuano a trovare applicazione le disposizioni dei precedenti comparti di contrattazione e le specifiche norme di settore. Ne consegue che non essendoci le specifiche norme riguardanti i permessi retribuiti, restano in pieno vigore le norme previste dall’articolo 15 del CCNL scuola 2006/2009.
Prima di tutto bisogna dire che i lavoratori della scuola hanno diritto a 3 giorni di permesso per lutto in caso di perdita: del coniuge; di parenti di primo grado (genitori e figli); di parenti di secondo grado (nonni, fratelli e nipoti); di affini di primo grado (suoceri, nuore e generi); di soggetto componente la famiglia anagrafica o di convivente stabile. È necessario evidenziare un aspetto tutt’altro che secondario, ovvero che il diritto ai tre giorni si riferisce ad ogni singolo evento luttuoso che dovesse avvenire nel corso dell’anno scolastico. Nella pratica ciò si traduce nel fatto che, se sfortunatamente il lavoratore dovesse subire più perdite nello stesso anno scolastico, ogni lutto varrà al dipendente 3 giorni di permesso. Tali giorni, possono essere fruiti anche in modo non continuativo. Sul tema l’ARAN ha affermato che l’espressione “evento o occasione” deve intendersi come la causa che fa sorgere il diritto del dipendente e non il “dies a quo” dello stesso. Quest’ultimo si affida ad evidenti ragioni di buon senso da riferire, comunque, alla volontà dell’interessato che, per motivi organizzativi che attengono alla sfera di personali decisioni, potrà differirne la fruizione in un periodo di tempo ragionevolmente congruo rispetto all’evento.
Tuttavia è necessario “mettere i puntini sulle i”, visto che vengono segnalati ogni tanto alcuni episodi che vedono protagonisti, in negativo, i dirigenti scolastici. Infatti, con la conferma in toto dell’istituto dei permessi del personale scolastico, resta inalterata anche la non discrezionalità del dirigente scolastico per tutti i permessi retribuiti: il preside non deve concedere i permessi al personale scolastico, ma prendere atto della richiesta e procedere alla sostituzione del dipendente in permesso. Quindi, si tratta di un diritto del dipendente e non di concessione del preside. Purtroppo, non di rado, viene segnalato che alcuni dirigenti scolastici non rispettano tali semplici dettami presenti nel contratto nazionale di categoria.

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