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Quando la morte porta a un boom di vendite.

Se è vero che la morte di un’artista mette inevitabilmente fine alla sua produzione musicale, le cose si capovolgono del tutto quando si vanno a guardare le vendite dei suoi dischi. Che, invece, proprio da quel momento si moltiplicano, soprattutto quando si è a ridosso alla data del decesso. Un copione che si ripete funerale dopo funerale e che è stato confermato anche nel caso di George Michael. Dal giorno della dipartita del cantante inglese, infatti, lo smercio dei suoi album e dei suoi singoli ha subito un’accelerazione straordinaria, aumentando del 2678 per cento soltanto negli Stati Uniti. Per intenderci, se la settimana prima della morte della popstar le sue vendite si erano attestate intorno alle 17mila copie complessive, quella successiva sono salite a 477 mila. Cifre che, tra l’altro, tengono conto soltanto della musica prodotta nella sua lunga carriera solista, escludendo quella altrettanto fortunata – se non anche di più – con gli Wham!.

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