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E ora anche i laici possono officiare i funerali religiosi.

Già cinque anni fa il vescovo di Bolzano-Bressanone ipotizzava il rito delle esequie guidato da laici. L’argomento è stato recentemente ripreso di fronte alla crescente emergenza costituita dalla scarsità di ministri ordinati. Si prevede, infatti, che nella suddetta diocesi, nei prossimi venti anni, i sacerdoti si ridurranno da 177 a 50. Si è deciso, pertanto, di istituire un corso di formazione per laici capaci di accostarsi al dolore, di preparare e guidare i funerali, quando necessario. Si tratta dell’applicazione di una norma prevista dal Rituale fin dal 1969, dove si legge: “Le esequie nella liturgia della Parola possono essere celebrate dal diacono. Se la necessità pastorale lo esige, la Conferenza episcopale può, con il consenso della Sede apostolica, designare anche un laico”. È già prevista, ed è abbastanza diffusa, la prassi di affidare a un ministro laico i riti previsti nella casa del defunto e al cimitero e per la veglia di preghiera. In tanti Paesi europei, dove la scarsità del clero ci ha preceduto, e in terra di missione, già da anni sono i laici, debitamente preparati, che guidano il rito delle esequie. Rito che appartiene al genere delle benedizioni, dove la ministerialità laica è molto ampia. Lo stesso Benedizionale afferma che, oltre ai ministri ordinati e istituiti, “anche altri laici, uomini e donne, in forza del sacerdozio comune, di cui sono stati insigniti nel battesimo e nella confermazione, possono celebrare alcune benedizioni con il rito e il formulario per essi previsto”. Un certo stupore è causato dal fatto che, per lungo tempo, i laici sono stati considerati come semplici fruitori di servizi religiosi; e, soprattutto, dal fatto che in questi ultimi cinquant’anni ci siamo abituati a identificare il funerale con la messa. Il che non è affatto corretto, sebbene la celebrazione eucaristica costituisca la più alta forma di suffragio, ma “possono presentarsi situazioni pastorali nelle quali è opportuno, o addirittura doveroso, tralasciare la celebrazione della messa”. Giustamente il direttore dell’ufficio pastorale della diocesi di Bolzano ha dichiarato: “Si tratta di un corso che va in avanscoperta; ora vediamo qual è la richiesta e il bisogno effettivo che si ha sul territorio”.

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