“Una Chernobyl a rallentatore sul fondo marino”: il “Barents Observer”, giornale online specializzato nella regione artica, ha definito così il deposito di sottomarini nucleari russi tra il mare di Kara e il mare di Barents, a sud del mar Glaciale Artico. Per decenni la Russia ha utilizzato queste aree come luoghi di scarico per le proprie scorie nucleari e sul fondo di questi mari ci sono due sottomarini a propulsione nucleare ancora intatti, oltre a una decina di reattori riempiti di combustibile nucleare. Questo cimitero nucleare subacqueo è molto pericoloso: la corrosione dei reattori lasciati sott’acqua potrebbe provocare grosse perdite di materiale radioattivo e contaminazioni pericolose sia per la fauna e la flora marine che per le persone.