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Locarno. Voleva donare i denti d’oro della mamma in beneficenza: non si può.

Voleva donare in beneficenza l’oro proveniente dai denti e dai ponti della mamma defunta. Ma è stato bloccato da pompe funebri e crematorio. Curiosa vicenda per un 58enne del Locarnese, alle prese con un lutto familiare. E con una volontà ben precisa della defunta. “Mia madre – spiega – aveva in bocca diverse strutture in oro a 22 carati. Lei voleva che quell’oro, dopo la sua cremazione, fosse devoluto ai poveri“. Una singolare richiesta caduta nel vuoto. Già in partenza. “Quelli delle pompe funebri mi hanno subito detto che al crematorio si prelevano le protesi. Ma che l’oro non si può separare dal resto delle ceneri. A me è sembrato strano. Anche perché l’oro si fonde, ma di certo non evapora. Ho insistito. Invano. Mi è molto spiaciuto non dare seguito alla volontà di mia mamma“. Il caso è piuttosto raro. E lo conferma Luca Andreetta, presidente dell’Associazione ticinese onoranze funebri. “I corpi dei defunti sono bruciati a circa 1.100 gradi. Solo le protesi e le viti, magari legate a operazioni chirurgiche del defunto, non si sciolgono. Alla fine restano solo le ossa, senza più elasticità. Pronte per essere polverizzate. A quel punto, un particolare macchinario dotato di calamita individua i materiali in ferro e titanio, in modo da separarli dalle ceneri“. “Non abbiamo i mezzi tecnologici per separare anche le tracce d’oro” sostiene Marco Sgroi, direttore del Centro funerario e crematorio Locarnese. “So che all’estero, in alcuni Paesi, è possibile. Personalmente non possiamo fare molto. Le protesi in titanio sono consegnate ad apposite ditte che le riciclano. Per l’oro bisognerebbe agire prima, tramite le pompe funebri. Facendo magari intervenire un medico che possa procedere all’estrazione dei denti“.

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