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Eccessivo numero di forni crematori in fase di costruzione: il Polo progressista richiede un “stop” alla Regione Lazio.

La consigliera regionale del Polo progressista, Alessandra Zeppieri, ha sollevato la questione della costruzione indiscriminata di nuovi forni crematori nel territorio laziale, esigendo una pausa nella realizzazione di tali strutture fino a quando non sarà approvata una legge specifica in materia.
La preoccupazione di Zeppieri è incentrata sul fatto che, attualmente, si stanno erigendo un numero imprecisato di forni crematori nella regione senza un quadro normativo chiaro e definito.

Al fine di ottenere chiarezza sull’approccio della Regione Lazio riguardo a questa tematica, la consigliera ha presentato un “question time” per ottenere informazioni su come l’amministrazione intenda affrontare la questione e, nel frattempo, chiedere l’arresto della costruzione di nuovi siti. Questa richiesta ha risonanze significative in diverse località del Lazio, come Montasola nel reatino e Mentana nella provincia di Roma. Anche a Guidonia si sta valutando la possibilità di realizzare strutture simili, mentre attualmente è in corso la costruzione di un forno a Ardea, frutto di una partnership pubblico-privata.

La mancanza di una legge specifica ha generato controversie in merito alla collocazione di questi impianti, poiché non vengono sempre valutati gli impatti ambientali e strategici, nonostante il Consiglio di Stato li assimili agli inceneritori. Attualmente, nel Lazio, sono attivi solamente tre forni crematori: uno a via Flaminia a Roma, uno a Civitavecchia ed uno a Viterbo. A titolo di confronto, in Campania ve ne sono 5, in Emilia Romagna 12 e 14 in Piemonte.

Zeppieri ha sottolineato la necessità di sottoporre i progetti di costruzione di forni crematori a valutazioni sia di impatto ambientale che strategico. Propone inoltre una moratoria, bloccando la costruzione degli impianti attualmente in corso fino a quando non sarà approvata una legislazione chiara e completa su questo tema.

la Redazione

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