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Nuovo impianto crematorio a Mentana: chi trae profitto e quali impatti ambientali comporta?

Nuovo impianto crematorio a Mentana: Economia e Preoccupazioni Ambientali

Il piano economico per il contestato forno crematorio di Mentana, in provincia di Roma, prevede profitti significativi per il privato coinvolto, mentre la comunità esprime preoccupazioni ambientali e dissensi.

Il progetto del forno crematorio, situato di fronte al cimitero cittadino e a breve distanza da scuole e abitazioni, ha scatenato polemiche continue. Dopo la recente manifestazione di dissenso, i cittadini continuano a raccogliere firme contrarie all’opera.

La struttura, che misurerà 50 metri di larghezza con un caminetto alto 15 metri, è progettata per accogliere salme provenienti dai comuni entro i 30 chilometri da Mentana (50%), dai comuni entro i 60 chilometri (30%), dall’area urbana di Roma (8%), e dalle province limitrofe (15%), per un totale stimato di circa 2.200 salme annue.

Vantaggi economici per il privato emergono nel piano, dove si stima che il concessionario otterrà un fatturato di quasi 34 milioni di euro, con una potenziale crescita a 47 milioni, tenendo conto dell’adeguamento all’inflazione. Il Comune di Mentana, tuttavia, riceverà solo 25 euro per ogni salma, portando a un guadagno complessivo di 1 milione e 340 mila euro nei successivi 27 anni. Questo rappresenta solo il 4% dei profitti accumulati dal privato.

I residenti esprimono preoccupazioni ambientali in merito agli impatti sulla qualità dell’aria e all’inquinamento prodotto dal forno crematorio. Sebbene lo studio presentato dal privato indichi incrementi nei livelli di biossido di azoto (NO2) e biossido di zolfo (SO2), si afferma che tali aumenti rimangono entro i limiti normativi. Il progetto sostiene che l’impatto sull’inquinamento dell’aria, sebbene presente, non è significativo rispetto alle condizioni esistenti e non supera i limiti di legge, ad eccezione di alcuni valori giornalieri per PM10 e NO2.

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