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3 maggio 1987. Si toglie la vita Dalida.

Jolanda Cristina Gigliotti, conosciuta come Dalida, incarna una personalità intensa e enigmatica, una sensibilità artistica non pienamente riconosciuta dal grande pubblico. Il suo percorso artistico è un viaggio emozionale intriso delle melodie delle sue canzoni più toccanti.
L’ambiente musicale di Dalida è permeato di una nostalgia che riflette il clima degli anni ’50, periodo in cui l’artista ha iniziato la sua ascesa. Quegli anni difficili, seguiti a una lunga guerra, hanno visto l’Italia tentare di ricostruire sia fisicamente che culturalmente, esprimendo attraverso la musica la malinconia e il pathos dell’epoca.
Nei primi anni di carriera, quando Dalida interpretava brani come “Gli zingari” (Les gitans), l’Italia celebrava le sue prime edizioni del Festival di Sanremo con canzoni che facevano ancora riferimento a contesti storici specifici, come la complicata questione di Trieste. In “Gli zingari”, il personaggio senza terra e frontiere riflette il sentirsi senza appartenenze di molti in quel periodo.
Con il successo di “Nel blu dipinto di blu” di Domenico Modugno, la musica italiana inizia a distaccarsi dalla malinconia, spostandosi verso temi di sogno, bellezza e amore. Questo cambio si riflette anche nelle canzoni di Dalida degli anni ’60, influenzate dalla sua intensa relazione amorosa con Jean Sobieski, dove emergono sentimenti di tenerezza e desiderio.
La relazione con Luigi Tenco aggiunge un altro strato di intensità emotiva alla sua musica.
Dopo il tragico suicidio di Tenco, Dalida esprime profondi sentimenti di amore e perdita attraverso canzoni come “Pensiamoci ogni sera” e “Parlami di lui”, che esplorano la profondità del loro legame emotivo.
Il loro ultimo duetto, “Ciao amore ciao”, presentato al Festival di Sanremo del 1967, segna l’apice della loro collaborazione artistica e personale.
Dopo la morte di Tenco, Dalida non troverà più pace.
Dalida, una donna di grande forza e fragilità, esprime una gamma emotiva che va dalla malizia di “18 anni” alla vulnerabilità di “Bang bang”.
La sua autenticità emotiva emerge con forza anche nelle interviste, specialmente quando discute di Tenco e del loro duetto “Ciao amore ciao”, mostrando una tristezza così palpabile da rivelare la profondità della sua sofferenza interiore.

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