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Eventi d’arte e cremazioni. Ecco i cimiteri del futuro.

Ai cimiteri servono investimenti, ricerca, innovazione, ma anche eventi culturali o turistici nei modi e nei tempi più consoni e rispettosi del luogo. Sembra un gioco di parole, ma il rischio è davvero la loro graduale scomparsa o comunque un impoverimento a scapito delle casse pubbliche. La causa va ricercata in più fattori, non da ultimo un progressivo svuotamento di loculi e fosse inversamente proporzionale all’incremento delle cremazioni. “I cimiteri sono la testimonianza fisica della storia di una comunità e bisogna iniziare a pensare a un loro utilizzo diverso in modo che diventino un’attrattiva anche per i vivi”: a suonare la sveglia alle amministrazioni comunali è Mario Rodella, presidente dell’impresa cooperativa mantovana “Dugoni facility management” che, nel settore da 27 anni, oggi gestisce 180 cimiteri tra Lombardia, Emilia, Veneto e Toscana con una platea di circa due milioni di abitanti e un fatturato cimiteriale di 2,5 milioni pari al 30% del volume d’affari complessivo della coop.

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