Il cimitero comunale di Mazara del Vallo, costruito all’inizio dello scorso secolo interamente in conci di tufo a faccia vista e per le Cappelle in marmi pregiati, vere e proprie opere d’arte, può essere considerato un’opera monumentale d’eccellenza, oltre che memoria inalienabile per le testimonianze del ciclo storico-culturale e sociale della città. Negli ultimi decenni, invece, è stato trasformato in deposito a cielo aperto con materiali da costruzioni di vario genere e in deposito di antichi attrezzi fuori uso lungo i viali dietro la Chiesa. È mai possibile che nessun Sindaco si sia accorto del contrasto stridente tra opera monumentale e area degradata a deposito? È noto che i morti non votano e che i vivi sono distratti, ma prima o poi bisognerà pure che qualcuno dica, anzi gridi, che un popolo si riconosce dal culto dei morti e una amministrazione dalla capacità di accudire ai resti mortali con un cimitero, prima di tutto, dignitoso e gestito da personale competente, che abbia anche la capacità di guardare con “pietas” al mistero della morte.
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