C’è un ambito in cui la morte non fa paura ed è fonte primaria di reddito. É il mondo delle pompe funebri. Un lavoro in cui la concorrenza è spietata e contano velocità e ingegno per acquisire un nuovo cliente. Luca Colombo, nel suo romanzo d’esordio “Caccia al morto” (Graphofeel Edizioni), entra nelle dinamiche interne di un’agenzia funeraria di provincia e le racconta, con grande ironia. Filippo ha studiato filosofia senza mai laurearsi e vuole diventare uno scrittore. Per trovare ispirazione accetta un impiego di addetto alla comunicazione nelle onoranze funebri del suo paese. Convinto di avere un tranquillo lavoro d’ufficio si trova a svolgere mansioni che nulla hanno a che vedere con ciò che si aspettava: da guidare il carro col morto a farsi I muscoli per sollevare le bare, ad ascoltare le stravaganti idee per incrementare gli introiti del suo capo.