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La solitudine di chi resta.

Arriverà in libreria alla fine di febbraio l’ultima fatica letteraria di Asher Colombo, Professore ordinario di Sociologia Generale all’Università di Bologna.
La pandemia del Coronavirus e le severe misure destinate a fronteggiarla hanno scompaginato la vita sociale di tutti. Ma se gran parte delle occasioni di socialità sono solo sospese, altre sono perdute per sempre. La morte in solitudine di una persona cara in una stanza di ospedale, la negazione dell’ultimo saluto, l’annullamento o la celebrazione sbrigativa del rito funebre, la frettolosa sepoltura: sono residui di rituali sociali fondamentali che non potranno essere recuperati da chi ha sofferto una perdita durante la lunga chiusura. Qual effetti ha avuto tutto questo sulle credenze, sugli atteggiamenti verso la morte, sulle pratiche funebri? Come hanno reagito le comunità colpite alle drastiche restrizioni che si sono rese necessarie?
Il libro fotografa le reazioni agli eventi drammatici che ha vissuto il Paese per mostrare il legame che esse hanno con trasformazioni iniziate ben più indietro nel tempo. Ne emerge l’immagine di una comunità tutt’altro che passiva e capace di utilizzare una vasta gamma di risorse per affrontare l’incertezza e l’emergenza.

Colombo Asher, La solitudine di chi resta. La morte al tempo del contagio, Il Mulino, 2020.

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