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Perugia. Cimitero monumentale. Macchinette del caffè vicino alle urne cinerarie: “un obbrobio”.

La vita è cara. Anche la morte: parecchio! Una concessione  decennale, sotto terra, a Perugia costa (solo di tassa comunale)  674 euro! Salvo rinnovo. Già perché, se non si rinnova, pagando di nuovo la somma (più incremento indice Istat), si deve sloggiare. Cristiani, musulmani, ebrei e Baha’i: la legge è uguale per tutti. Escludendo le attività delle aziende legate alle onoranze funebri (funerali, fiori, manifesti), anche il Comune trae consistenti benefici economici dalle attività cimiteriali: un servizio che frutta molto più di quanto costi. Sebbene alcune somme vengano spese nello stesso capitolo. Prova ne sia il rifacimento (in corso) della pavimentazione nella parte alta del monumentale, intorno all’Altare della Patria. C’è l’esigenza di rispetto e di dignità. La morte è faccenda troppo seria per non considerarne la valenza umana, morale e religiosa. E c’è da dire che il cimitero monumentale può vantare la presenza di un dipendente che è il meglio di quanto si possa trovare. Nel senso che svolge i suoi compiti con diligenza, sempre unita a un profondo senso di umanità. Un esempio del suo valore. Alcuni stranieri, con parenti deceduti e trattati al forno crematorio, in attesa di ritornare al Paese d’origine e di ritirare l’urna cineraria, vanno talvolta a rendere omaggio e dire una preghiera alla memoria del loro caro. A tal fine, il responsabile del monumentale e di Monterone ha allestito una saletta al piano superiore, dove i familiari vengono fatti salire, accompagnati e poi lasciati in intimità e raccoglimento. Una prova di rispetto e di sensibilità. Tutto il contrario, invece, al pianoterra, dove si svolge la consegna delle urne. Qui il parente viene accolto in un ambiente spoglio, miserrimo, senza nemmeno la possibilità di sedersi. E, per di più, con le macchinette delle bibite e del caffè nel vano adiacente. È ovvio che quanti sono deputati a servizi materiali, si prendono qualche minuto di pausa, chiacchierano, fumano una sigaretta. Insomma socializzano. Concedendosi un attimo di riposo da scavi, trasporto di materiali, muratura di lapidi e quant’altro. Di là, dietro la porta, l’addetto – persona seria e sensibile – apre l’armadio in cui l’urna sta sotto chiave e la mette in mano al richiedente. Qualche tempo fa è toccato a una coppia di genitori, andati a ritirare le ceneri del figlio ventenne. Si può facilmente immaginare lo strazio della scena. Domanda: chi e perché ha deciso di spostare a sinistra le macchinette, che prima stavano dall’altro lato dell’ingresso? Siamo proprio sicuri che sia stata una scelta oculata? In fondo, dall’altro lato, ci sono uffici per le pratiche ed è meno frequente imbattersi in situazioni di dolore e cordoglio. Le macchinette stavano benissimo lì.

fonte: www.perugiatoday.it

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