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Città di Castello. Mamma aspetta il feto del figlio perso alla nascita: le mandano la gamba di un altro morto.

Ci scusiamo per il disservizio”. La parte più raggelante di questa storia macabra e un po’ pirandelliana (ma neppure Pirandello avrebbe saputo trovare lo humour nero per raccontarla) sta proprio nel modo in cui la Usl 1 dell’Umbria cerca di chiuderla. Hanno restituito a una madre per il funerale la gamba amputata di uno sconosciuto invece del corpicino del figlio nato morto; peggio hanno seppellito il corpicino come se fosse la gamba dello sconosciuto, mettendolo nella bara insieme al resto della salma. E lo chiamano un “disservizio”, come se fosse l’appuntamento di una visita saltata all’ultimo momento.

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