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Arzano. Le mani della camorra sulle pompe funebri.

Pompe funebri e camorra, un legame spesso consolidato tra Napoli e provincia: ad Arzano questo scenario sembra confermato. Alcune indagini della Polizia Locale avrebbero portato alla luce i legami tra alcuni soggetti identificati durante i funerali e un boss della confinante Casavatore già coinvolto in precedenti indagini e condannato a oltre 20 anni di carcere per omicidio. Gli accertamenti, ancora in essere, avrebbero rivelato un interesse tale da fare sospettare dell’esistenza di taciti accordi tra imprese di onoranze funebri al fine di determinare vere e propri “cartelli”, dalle quali non sarebbe possibile sconfinare per non alterare gli equilibri imposti dalle organizzazioni criminali.
La scoperta sarebbe arrivata a seguito dei meticolosi accertamenti che, attraverso appostamenti e sopralluoghi, ha anche accertato l’affissione di manifesti funebri ritenuti “anomali” con l’imbrattamento di muri e l’elusione fiscale con il mancato versamento degli oboli al comune. Ad accelerare le indagini sarebbe stata proprio la presenza di manifesti funebri anonimi che ha portato poi gli agenti a porre particolare attenzione. Difatti, molti annunci murari sarebbero risultati privi di logo intestato, particolare utilizzato sovente da agenzie per celare la ragione sociale della ditta operante, come stratagemma per eludere i tributi ed evitare sanzioni amministrative o addirittura utile a coprire la vicinanza ad ambienti criminali e del malaffare.
Durante i controlli gli uomini della Polizia locale avrebbero anche accertato che lo spostamento dei feretri dalla casa del defunto in chiesa e verso il cimitero, sarebbe avvenuto sotto lo “sguardo vigile” di soggetti gravati da numerosi precedenti di polizia e legati ad esponenti di primissimo piano della criminalità organizzata. Le verifiche, al momento, si sono concluse con il deferimento alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord del proprietario dei locali-deposito dei carri funebri per abusi edilizi con emissione di ordinanza ingiunzione, l’identificazione di diverse persone appartenenti alla ditta e gravati da precedenti di polizia e la segnalazione all’ufficio tributi dell’Ente per il recupero delle imposte evase in tema di pubblicità. Sarebbero nove le ditte operanti sul territorio e segnalate alle Autorità competenti, tra cui la Prefettura partenopea.

fonte: nanotv.it

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