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Biella. Tempio crematorio: “Il Comune non ha vigilato: risarcisca le famiglie”.

Gli avvocati del Codacons che si stanno occupando degli abusi avvenuti nel tempio crematorio di Biella adesso puntano il dito contro il Comune. Nelle ultime denunce presentate ai carabinieri, che hanno portato il numero complessivo a circa 480, l’avvocato Alessandra Guarini ha voluto aggiungere un altro elemento ricavato sulla base delle indagini difensive delle ultime settimane chiedendo alla Procura di svolgere accertamenti sulla regolarità dei controlli di competenza dei funzionari del municipio. Un filone di indagini che il procuratore pareva aver scartato e che invece potrebbe tornare d’attualità: infatti secondo i legali potrebbe essere legittimo un approfondimento investigativo. Se venisse provato il mancato controllo, il Comune si esporrebbe alle richieste di risarcimento delle centinaia di famiglie che si sono rivolte al Codacons. Altro tema riguarda la richiesta di valutare le responsabilità amministrative degli enti coinvolti. Un decreto legislativo del 2001 fisserebbe infatti una responsabilità amministrativa per le società pubbliche che hanno tratto profitto dagli illeciti compiuti dai dipendenti. Il riferimento è chiaramente a Seab, per le riprese dell’addetto che caricava e smaltiva in un normale compattatore le bare di zinco. Si tratterebbe in questo caso di un addebito di tipo amministrativo, che quindi non rientra nel processo penale, ma potrebbe porre la municipalizzata che si occupa della raccolta rifiuti nelle condizioni di dover provvedere a versare una parte dei risarcimenti. Questo naturalmente se il dipendente inquadrato dalle videocamere dei carabinieri della sezione di polizia giudiziaria mentre riceveva dei soldi dall’amministratore della Socrebi Alessandro Ravetti dovesse venire rinviato a giudizio.

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