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Busto Arsizio. Il primo gruppo necroforo femminile in Italia affronta la sfida emotiva del chiudere le bare.

Quando le quattro giovani donne hanno fatto la loro comparsa, i volti segnati dal lutto hanno brevemente illuminato, e nell’aria è risuonato un sussurro di stupore che, ora raccontano, ha avuto un peso emotivo ancor maggiore rispetto al contesto funebre stesso.
Nessuno fra i parenti e gli amici del defunto si sarebbe aspettato che a prendersi cura delle esequie fosse una squadra interamente composta da donne, una novità assoluta nel campo dei servizi funebri.
Alessia Toraldo (21 anni), Melissa Fabbro (28), Elisa Ghilardi (44) e Mariachiara Terrevazzi (19 anni) sono entrate in servizio nel mese di febbraio, assunte dal Gruppo Caccia Services di Busto Arsizio, guadagnandosi fin da subito una notevole stima. “Anche in questo settore è diventato complicato trovare nuovi lavoratori”, spiega il titolare Nicola Caccia, “la maggior parte delle candidature che riceviamo non sono adatte.
Negli ultimi mesi, abbiamo ricevuto diverse candidature femminili e abbiamo selezionato queste quattro ragazze, apparse da subito motivate, qualcuna addirittura già preparata. Abbiamo pensato che potessero lavorare bene insieme, e la squadra sta funzionando.
Le donne portano grazia, capacità di empatia, e sono accolte con favore. L’unico problema è stato adattare le divise, poiché non c’erano taglie da donna. Ma fanno il nodo alla cravatta meglio di certi maschi.”
Ma cosa spinge quattro giovani donne della provincia di Varese a candidarsi per lavorare in un’agenzia di onoranze funebri? “Per caso,” ammette Alessia, “ho risposto a una ricerca di personale e ho trovato un ambiente professionale e queste colleghe.” Elisa racconta di aver lavorato sempre con anziani e disabili, imparando così a gestire situazioni di sofferenza. Melissa collega la sua scelta a “un lutto molto traumatico,” che ha dato il via a una ricerca sui confini della vita. La giovanissima Mariachiara ha persino scelto di studiare tanatoestetica in Spagna, affermando che anche quando completerà la laurea in Ingegneria gestionale, intende continuare a lavorare in questo ambito.
Dopo essere state assunte, Nicola Caccia aveva pensato di aspettare prima di farle avvicinare alla gestione delle salme, la parte più delicata emotivamente. Tuttavia, le ragazze hanno voluto affrontare tutto fin da subito. Walter Caccia, il loro coordinatore, conferma: “Fanno tutto quello che c’è da fare, come i colleghi uomini, dalla preparazione della salma all’allestimento degli addobbi funebri. Hanno persino fatto delle prove per il trasporto a spalla di una cassa, che può pesare dai 80 ai 130 chili, anche se usiamo il carrello.” Le ragazze spiegano che il momento più difficile non è avvicinarsi alla salma, “ma quando bisogna chiudere la cassa, perché si sente la sofferenza.
Cerchiamo di rispettare quel dolore senza farci assorbire, ma non è facile.”
L’azienda mette a disposizione un supporto psicologico per tutti i dipendenti, e Upi Servizi, società di Unione Artigiani, organizza corsi per necrofori, spesso già alle dipendenze di un’agenzia funeraria. I genitori, amici e fidanzati hanno reagito in vari modi alla loro scelta: da “sei matta?” a “sono orgoglioso di te.” Tuttavia, tutti mostrano “grande curiosità e molte domande.” E poi ci sono i funerali: “Quando arriviamo, c’è stupore, si sente il brusio,” raccontano le ragazze, ma è bello sentire gratitudine. Una volta, la figlia del defunto ci ha fermate prima di andare via per stringerci le mani e dirci ‘siete meravigliose.

 

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