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Danimarca. Rivolta per la strage di visoni.

La 43enne Mette Frederiksen, socialdemocratica al potere dal giugno dell’anno scorso, è al centro delle polemiche nazionali per avere preso la decisione di fare abbattere l’intera popolazione di visoni del Paese (circa 17 milioni di animali), una delle principali voci dell’economia nazionale. Il motivo della “strage” è noto: nei piccoli animali da pelliccia si celava una versione “mutata” del Covid-19, pericolosa al punto da minacciare di vanificare l’efficacia dei vaccini perché rendeva più difficile la creazione di anticorpi.
L’abbattimento di milioni di visoni è in corso negli allevamenti danesi, ma sull’esecutivo si è abbattuta una vera tempesta di critiche che hanno spinto il ministro dell’Agricoltura, Mogens Jensen, a dimettersi. La decisione del 4 novembre, hanno sostenuto i potenti esponenti di uno dei settori economici più importanti in Danimarca, è priva di fondamento giuridico e rovina migliaia di allevatori. L’export di pelli di visoni, soprattutto verso i mercati asiatici, fattura circa un miliardo di dollari all’anno, oltre 840 milioni di euro, una parte consistente delle esportazioni nazionali, e coinvolge un migliaio di imprese; circa 6 mila posti di lavoro sarebbero ora a rischio.

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