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Napoli. L’EFI a gamba tesa: “Manca il rispetto delle regole”.

Le nuove regole sancite dalla legge regionale della Campania per le imprese funebri andrebbero esportate in tutta Italia. Mai un governo nazionale è riuscito a regolamentare il settore come ha fatto la Regione Campania”. Queste erano le parole del Presidente Nazionale di EFI, Gianni Gibellini, pronunciate lo scorso 29 dicembre. In quell’occasione Gibellini sembrò pienamente soddisfatto della predisposizione della Regione Campania a far rispettare una legge fino a quel momento semplicemente ignorata. Impunemente, tra l’altro. Sono passati quattro mesi circa da quell’intervista e le cose non sembrano essere andate come ci si aspettava. Attraverso un comunicato stampa, EFI – Eccellenza Funeraria Italiana accende i riflettori. Secondo Alessio Salvato e Gennaro Tammaro, entrambi rappresentanti dell’Associazione in Campania, “a sette anni di distanza dalla legge regionale che impone che chi lavora nel comparto funebre e cimiteriale sia adeguatamente formato con regolari qualifiche professionali, il Comune di Napoli non si è ancora messo in regola. In compenso, però, si è ricordato dopo circa 25 anni di chiedere due marche da bollo da 16 euro per le operazioni di trasporto delle salme e per la sepoltura”. Quello dei servizi cimiteriali è un mondo troppo spesso vittima della malavita o, se vogliamo, di arcaici giochi di potere tra famiglie storiche diventate veri e propri marchi. Il rispetto della legge del 2001 e il controllo repentino della formazione dei dipendenti è uno strumento ottimo per garantire la par condicio tra le imprese esistenti sul territorio. Uno strumento che, però, andrebbe utilizzato per poterne trarre giovamento.

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