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Birmania. La morte del piccolo Mohammed rompe il silenzio sulla tragedia dei Rohingya.

il corpo di un bambino di pochi mesi annegato quando la sua famiglia cercava la salvezza fuggendo dall’oppressione e dalla repressione. Lo avevamo già visto. Allora, nel settembre 2015, si chiamava Alan Kurdi, oggi Mohammed Shohayet. Come allora, il mondo presta attenzione, si commuove. Sinceramente, di certo, ma è anche legittimo chiedersi come mai questi due piccoli siano riusciti a rompere quel muro di sostanziale indifferenza che caratterizza questo nostro tempo, il tempo di una protratta, atroce strage di innocenti dalla Siria allo Yemen.

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