Otto mesi per entrambi, con il beneficio della non menzione e la sospensione condizionale della pena. È la sentenza del collegio giudicante del tribunale presieduto da Eugenio Pergola (a latere Piccin e Paviotti) nel processo che vedeva imputati per tentato abuso d’ufficio un impresario di pompe funebri e la sua fidanzata, un’infermiera.
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