Roma. Il settore funerario italiano si trova ancora una volta sotto i riflettori, ma non per le ragioni che ci si aspetterebbe. L’ultimo caso che ha coinvolto l’agenzia “Funeraria Roma Capitale” ha riportato alla luce un problema ben più profondo: la mancanza di una regolamentazione chiara e uniforme nel settore funerario, una lacuna che continua a generare abusi e disservizi, con gravi conseguenze per i cittadini e le imprese oneste.
L’agenzia “Funeraria Roma Capitale” è stata recentemente multata dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) per aver utilizzato in modo ingannevole il logo “SPQR” e la dicitura “Ama”, creando l’illusione di essere un servizio ufficiale legato al Comune di Roma. Questo stratagemma ha confuso molti cittadini, soprattutto in momenti di grande fragilità emotiva, portandoli a credere di affidarsi a un servizio istituzionale. Nonostante l’intervento dell’Agcm e la sanzione di 30 mila euro, l’azienda ha continuato a operare senza apportare modifiche significative alla sua comunicazione, dimostrando quanto sia facile aggirare le regole in un settore privo di controlli adeguati.
L’episodio di “Funeraria Roma Capitale” evidenzia una questione irrisolta: l’assenza di una normativa chiara che regoli il settore funerario. Nel 2023, era stata presentata al Consiglio regionale del Lazio una proposta di legge, firmata da Cangemi e Cartaginese, che mirava a colmare questo vuoto normativo. La legge proposta intendeva stabilire standard di qualità, trasparenza nei costi e introdurre un registro nazionale delle imprese funebri, ma il disegno di legge è rimasto bloccato, lasciando il settore in un pericoloso limbo normativo.
Questa inerzia legislativa ha permesso a pratiche commerciali scorrette di proliferare, esponendo i consumatori a potenziali abusi e mettendo in difficoltà le imprese oneste, costrette a operare in un mercato sempre più opaco. La proposta di legge avrebbe potuto prevenire casi come quello di Roma, introducendo controlli più rigorosi e garantendo ai cittadini la possibilità di distinguere tra operatori affidabili e truffatori.
La mancanza di regolamentazione non ha solo conseguenze economiche, ma anche sociali. I cittadini, già provati dalla perdita di una persona cara, si trovano spesso disorientati e vulnerabili di fronte a un settore che, in assenza di regole chiare, può diventare un terreno fertile per abusi. La trasparenza nei costi e la garanzia di servizi di qualità dovrebbero essere diritti fondamentali, ma la situazione attuale lascia molte famiglie italiane in balia di un mercato in cui è difficile orientarsi e distinguere tra chi opera con serietà e chi no.
È ormai evidente che il settore funerario ha bisogno di un intervento normativo urgente. La Regione Lazio deve prendere sul serio la questione e riprendere il processo legislativo interrotto. La proposta di legge del 2023 rappresenta una base solida su cui costruire un sistema più trasparente e giusto, che metta al centro il rispetto per i cittadini e la dignità delle imprese oneste.
Con l’autunno alle porte, ci si attende che il Consiglio regionale del Lazio affronti finalmente la questione, rispondendo alle pressioni sempre più forti degli operatori del settore e delle associazioni di categoria. La regolamentazione del settore funerario non può più essere rimandata: è una necessità urgente per proteggere i cittadini e garantire un servizio dignitoso e trasparente in uno dei momenti più delicati della vita di ogni persona.