Il funerale in Casa Funeraria proprio no. Ma il rosario sì, al limite anche qualche altra preghiera. Lo ha deciso, insieme al vescovo Renato Marangoni, il Consiglio Presbiterale della diocesi di Belluno Feltre, con la partecipazione anche dei vicari foranei.
La pandemia, con i morti sempre più numerosi, ha imposto talvolta di soprassedere alle esequie tradizionali in chiesa. Una benedizione della bara, davanti al cimitero, e via verso la cremazione: così è accaduto tante volte. “Dobbiamo re-imparare ad accompagnare le famiglie e le comunità in questo momento così delicato”, ha raccomandato don Alex Vascellari, della Parrocchia del Duomo. Quindi la sollecitazione pastorale, oltre che umana, è di rendere al defunto, per la vita che ha testimoniato, tutto l’onore possibile: con la bara davanti all’altare, l’aspersione con l’acqua santa e l’incensazione. Chiunque sia. Il problema si è posto a Belluno data la presenza di una Casa Funeraria e di una seconda che sarà inaugurata entro la fine dell’anno.