C’hanno messo una pecetta e via: si chiude. Dal 16 agosto, un martedì, un giorno in cui la città sarà ancora deserta – metà a digerire il pollo coi peperoni, l’altra metà ancora al mare – la cabina telefonica di piazza Crispi non esisterà più. Una prece. E alla fine è giusto così, qui le crociate nostalgiche non hanno mai convinto, e neanche quel fascino perverso del piccolo mondo antico, quando ”si potevano ancora lasciare le chiavi sulla porta di casa”, e le ragazze per il Corso portavano le gonne sotto al ginocchio.
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