Negli ultimi anni, nonostante l’avvento di una perenne crisi economica e l’insorgenza di improrogabili impegni personali e professionali, sempre più italiani decidono di prendere in adozione un animale domestico, il più delle volte per tentare di rasserenare, in maniera talvolta egoistica, la propria esistenza e di debellare le proprie tensioni quotidiane. Esclusivamente colui che sia in possesso di un animale domestico è a conoscenza di quanto ci si possa affezionare ad un simile “essere”, giungendo, addirittura, a considerarlo quale membro effettivo del proprio nucleo familiare.
Tale “affettuosa” considerazione, ormai ben radicata nella coscienza dei “proprietari” e allo stesso tempo oggetto di critiche da parte dei non simpatizzanti per il mondo “inumano”, induce ad approfondire una tematica di rilievo nell’ambito del diritto successorio concernente la possibilità di istituire erede o legatario il proprio animale. Si anticipa che la normativa nazionale non consente, al momento, di destinare un lascito testamentario al proprio animale domestico, sebbene un simile “diritto” sia già riconosciuto in altri Paesi europei e non.