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Omicidio e occultamento del “presunto” cadavere.

La sentenza n. 15774 del 15 aprile 2016 della Suprema Corte affronta due temi tra loro collegati: quello dell’elemento psicologico in vicende omicidiarie nelle quali l’agente, nella erronea convinzione di aver ucciso la vittima, cerchi di occultarne il corpo, bruciandolo e così cagionandone la morte e quello della compatibilità tra il reato di omicidio volontario ed il delitto di cui all’articolo 412 c. p. nelle ipotesi in cui dalla condotta di occultamento derivi la morte, escludendo in questi ultimi casi la configurabilità del concorso di reati.

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