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Le ceneri del caro estinto trasformate in diamanti. Il caso arriva in Senato.

Quando, un paio di anni fa, a Roma e in altre città d’Italia comparvero i primi manifesti, qualcuno pensò di non aver capito. Altri erano convinti si trattasse di un macabro scherzo. “Cremazione Diamond – Stavolta tuo marito non potrà dirti di no»”: con questo claim una impresa italiana si adoperava per far conoscere anche in questi confini una pratica che in Svizzera è diventata abbastanza comune da una decina d’anni: quella di trasformare le ceneri di un caro estinto in un diamante da portare sempre con sé. Vietata alle nostre latitudini, la trasformazione avviene per l’appunto in uno stabilimento svizzero. Un po’ come accade per la maternità surrogata: basta andare all’estero per poi tornare in Italia a cose fatte. Nella città di Coira (Chur), nel cantone dei Grigioni, c’è il laboratorio della ditta Algordanza, dove dalle ceneri viene estratto il carbonio, a sua volta trasformato in grafite attraverso acidi, presse e forme che simulano quanto accade per mano della natura ai veri diamanti nel corso di diversi millenni. Il risultato finale pare sia sorprendente: il diamante nato dalle ceneri umane ingannerebbe anche l’occhio di un esperto. L’unico atto burocratico richiesto ai cittadini italiani che desiderano procedere è il passaporto mortuario emesso dal Comune di residenza che consente di trasferire l’urna all’estero ai fini della sepoltura. Ma dai primi manifesti avvistati in strada, in realtà, la moda da queste parti non ha attecchito granché. In tutto, i nostri concittadini che hanno ceduto alla tentazione di mettersi al dito o al collo un caro estinto sono stati appena una decina. All’opposto di quanto accaduto in Paesi come Giappone, Germania o Austria, dove probabilmente la sensibilità culturale risente di un maggiore laicismo. In tutto si parla di poco meno di un migliaio di casi l’anno. I pochi italiani, però sono stati abbastanza affinché il caso finisse sulle scrivanie dei nostri parlamentari. Il senatore ex Area Popolare Carlo Giovanardi, infatti, ha appena presentato un emendamento al ddl per il riordino della Sanità nell’omonima commissione. Il testo presentato da Giovanardi, sostanzialmente, si propone di estendere l’articolo 411 del codice penale (quello che disciplina la fattispecie del vilipendio di cadavere) anche a chiunque “ne trasferisce all’estero le ceneri per sottoporle a un processo di diamantificazione“. La pena per questo tipo di reato andrebbe dai due ai sette anni di reclusione.

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