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Il prezzo del legno non si ferma.

Cosa succede alle materie prime nel mondo? Perché c’è un aumento spropositato dei prezzi? Scacf interviene sull’argomento più “caldo” del momento.

“Il prezzo del legname da opera, quello che quotidianamente utilizziamo per la realizzazione dei nostri prodotti, è aumentato del 80% da settembre 2020.
Un aumento spropositato che mette in difficoltà tutto il settore della industria del legno e che si ripercuote inevitabilmente sul mercato finale.”

La notizia è questa. Ora cerchiamo di capire cosa sta succedendo.

Perché questi aumenti?

Estrapolando quanto scritto da Domenico Affinito sul corriere.it (leggi qui l’intero articolo) ed alcune evidenze empiriche derivanti dalla diretta esperienza delle aziende produttrici, i fattori sono molteplici:

  • la Cina vuole dimostrare al mondo la sua “modernità” ed ha una grande occasione con le Olimpiadi invernali del 2022. Per questo sta realizzando gran parte degli edifici e delle strutture adibite ai Giochi Olimpici utilizzando il legno;
  • c’è un aumento di richiesta di abitazioni in legno prefabbricate in tutta Europa e negli Stati Uniti.
  • la Russia sta gradatamente limitando le esportazioni di legno
  • i costi di trasporto sono lievitati negli ultimi mesi in maniera sproporzionata.
    Durante l’evento pandemico il mix esplosivo, da un punto di vista economico, di minore personale a disposizione e di aumento del commercio elettronico, ha fatto lievitare le necessità di trasporto non compensato da una adeguata riorganizzazione complessiva del settore

Perciò, nonostante l’aumento dell’utilizzo interno di legno da opera, dovuto anche all’ampliamento della superficie boschiva italiana curata e gestita nel rispetto delle normative di tutela ambientale, tutti questi fattori hanno generato la “tempesta perfetta” per il settore del legname e sta provocando importanti disagi e difficoltà alle aziende di produzione.

Il ruolo delle aziende di produzione nella filiera.

Le aziende produttrici (per lo meno le più serie e attente) scelgono solo materie prime (e quindi legname) di provenienza certificata da Foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.

“Su questo punto, Scacf, ha da molti anni adottato una politica di selezione dei fornitori privilegiando quelli che hanno certificazioni di provenienza del legno, proprio nell’ottica di attivare dei processi virtuosi di economia che sia sostenibile sia dal punto di vista della qualità che del rispetto dell’ambiente.”

Le aree boschive italiane, ma anche molte di altri paesi, sono sempre di più tutelate da normative che cercano di dare valore all’ambiente, nella giusta considerazione dell’importanza di tali “polmoni verdi” per la salvaguardia della nostra aria, quella che quotidianamente respiriamo.

“Ricordiamoci sempre che una accurata gestione del patrimonio boschivo permette da un lato di tutelare al meglio quello che possiamo definire “un naturale serbatoio” di ricambio dell’anidride carbonica in ossigeno e di contenimento degli effetti negativi del cambiamento climatico; dall’altro lato rappresenta anche un importante elemento di sviluppo socio-economico delle aree rurali e di montagna del nostro Paese.”

Perciò la strada da seguire sarà sempre quella: qualità nel rispetto dell’ambiente.

“Agli organi regolatori spetterà, però, una maggiore attenzione e tutela economica verso gli operatori di questo importante e strategico settore. Altrimenti, visto l’incremento dei prezzi delle materie prime, il rischio è quello che qualcuno cerchi di privilegiare materiale di scarsa qualità e di dubbia provenienza”

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