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Roma. Indagine sui cimiteri gestiti dall’Ama.

La burocrazia non guarda in faccia nessuno. Bisogna mettersi l’anima in pace, anche se la pace l’hai già raggiunta. Vicino al crematorio del cimitero di Prima Porta le bare sono sistemate in fila. I defunti aspettano il loro turno. Non serve nemmeno sporgersi troppo per vedere le casse di legno nel piccolo piazzale. Dicono che ci sono troppe richieste. E così per ricevere le ceneri dei propri cari si devono attendere almeno un paio di settimane. A volte di più. Per seppellire un congiunto qualcuno ha dovuto far passare anche un mese. Il crematorio di Prima Porta è lo specchio dei cimiteri romani. Nella Città Eterna, chissà perché, in caso di lutto si deve piangere più che altrove. Sporcizia, ritardi, abusivismo. Tra erbacce e furti, andare al camposanto è diventato quasi pericoloso. Passeggiando in alcuni dei cimiteri della Capitale non è difficile imbattersi in lapidi abbandonate e incuria. E poi ci sono le immancabili buche. Nella Capitale sono una maledizione, non ti lasciano in pace neppure da morto. Lungo i viali di Prima Porta ci sono così tante voragini che il servizio autobus ha dovuto escludere alcuni percorsi.

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