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“Missing Migrants”: il conto dei morti e dei dispersi.

5.082 morti. Secondo l’Organizzazione Internazionale per la Migrazione (IOM) il 2016 è stato l’anno più letale per i migranti e per i rifugiati che attraversano il Mediterraneo cercando di raggiungere l’Europa; 3.279 sono stati i decessi nel 2014, 4.770 nel 2015 e, nel solo gennaio 2017, il tributo di morte nel Mare Nostrum conta già quasi 300 vittime. Poiché la vasta maggioranza dei governi non pubblica il numero dei deceduti o dei dispersi, i dati sul numero delle fatalità occorse ai migranti sono frammentari e in alcune zone quasi inesistenti: il conto delle perdite è quindi in gran parte lasciato alla società civile e ai media.
In questo contesto, dopo le tragedie dell’ottobre 2013 quando almeno 368 persone morirono in due naufragi nei pressi di Lampedusa, lo IOM ha lanciato il progetto “Missing Migrants”, un database globale che raccoglie i dati sui migranti deceduti e dispersi lungo le rotte migratorie in tutto il mondo. Il progetto attinge a fonti diverse, a partire dalle autorità nazionali e dalle Nazioni Unite arrivando ai media e alle organizzazioni non-governative, integrando i dati con le informazioni raccolte dalla stessa IOM sul campo.
Nel 2014 i risultati sono stati pubblicati in una relazione che ha fornito il conteggio globale più completo sui migranti morti in quell’anno e una stima dei decessi lungo le rotte migratorie negli ultimi 15 anni.
A questo primo rapporto ha fatto seguito una seconda relazione sui decessi e l’identificazione dei morti, diffusa nel marzo 2016 (https://publications.iom.int/system/files/fataljourneys_vol2.pdf). IOM continua ad aggiornare con regolarità i numeri globali dei migranti che scompaiono o muoiono durante il loro viaggio verso regioni a loro propizie. Tutti i dati sono disponibili sul sito https://missingmigrants.iom.int/ che fornisce anche infografiche e dati sulle rotte, sui flussi migratori, sugli sfollati e sui rifugiati in tutto il mondo.

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