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Roma e l’abbandono dei suoi cimiteri. La memoria tradita: segno di inciviltà.

Non v’è bisogno di evocare la foscoliana “corrispondenza d’amorosi sensi” che solo un sepolcro può destare tra chi ancora in vita s’affanna e chi ha già varcato il “limitar di Dite“, né di scomodare la scarna semplicità delle storie degli anti-eroi di Edgar Lee Masters, scolpite sulle lapidi dell’immaginario camposanto di Spoon River, per riaffermare un principio irrinunciabile: la cura dei cimiteri cittadini rappresenta un caposaldo della gestione amministrativa, un dovere primario per salvaguardare il senso di comunità. Ebbene, ma questo lo si sapeva da tempo, nella Roma di Mafia Capitale, della grande monnezza e del tiriamo a campa’, fino a quella recentissima dei summit no-stop in un Campidoglio paralizzato dalle liti, il bilancio non è solo negativo. Restando in tema è ferale, funesto.

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