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3 marzo 1944. La sciagura di Balvano.

Nelle prime ore del mattino, a Balvano in provincia di Potenza, si consuma la più grave sciagura ferroviaria della storia d’Italia. Il treno merci 8017, partito da Napoli il giorno precedente con destinazione Potenza, carico di oltre 600 passeggeri, si ferma, nella notte fra il 2 e il 3 marzo, sotto la Galleria delle Armi, in un tratto con forte pendenza. Gli sforzi delle locomotive per riprendere la marcia sviluppano grandi quantità di monossido di carbonio e acido carbonico. I gas tossici uccidono nel sonno oltre 500 passeggeri.
L’assenza di vento e di aerazione nella strettissima galleria e anche la pessima qualità del carbone, fornito dal Comando militare alleato, sono le cause di una strage che resterà ignorata per molti anni dalla memoria collettiva. Indagini sbrigative, censura militare e ragion di Stato congiureranno per una quasi completa rimozione dell’accaduto. Solo ad alcune famiglie delle vittime, dopo lunghe vicende giudiziali, verrà riconosciuta una modesta indennità. La sciagura di Balvano non ha ufficialmente alcun colpevole.

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