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Bologna 2 agosto 1980. La verità dei bugiardi.

Ogni anno arriva puntuale il 2 agosto, una data che ci ricorda la strage di Bologna del 1980. Se questa data non ci fosse, significherebbe che la prossima glaciazione sarebbe già iniziata. Come ogni anno, in mezzo alle notizie sul caldo torrido, sui gossip riguardanti Anna Tatangelo e le vicende dei vari VIP nostrani, torna alla memoria la tragedia di Bologna, la ferita aperta della sua stazione e le vite spezzate.
Per molti, questo anniversario è ormai quasi scontato, come uno dei tanti. La sensazione comune è che la verità definitiva su quei fatti non verrà mai a galla. Così, ci rassegniamo all’inevitabile, sperando che questa triste, tristissima vicenda finisca nell’oblio.
Eppure, proprio per evitare che la memoria si perda, quest’anno c’è una novità significativa.
Gli studenti di due classi dell’istituto tecnico Pier Crescenzi-Pacinotti di Bologna hanno realizzato un’app per smartphone che racconta l’intera storia: dalla strage ai soccorritori, dalle vittime ai processi, inserendola nel contesto storico dell’epoca. Da settembre, i visitatori della stazione potranno scansionare un QR code nella sala d’attesa, dove si trova la lapide commemorativa degli 85 morti, per accedere a questo prezioso racconto.
Maria Cristina Liberatore, docente di diritto, e Cinzia Venturoli, storica, hanno curato il progetto con passione e dedizione. “Quando parliamo ai ragazzi di Piazza Fontana, spesso vediamo facce smarrite. Pochi conoscono il 2 agosto, e solo perché magari sono bolognesi,” racconta Liberatore. “Il problema è che chi sa, spesso non ha le informazioni giuste.
C’è un grande lavoro da fare e farlo usando un’app, che gli studenti hanno creato, significa accettare la sfida di mantenere viva la memoria entrando nel mondo degli adolescenti,” aggiunge Venturoli.
Grazie a questa iniziativa, si innesca anche un processo inverso: i ragazzi imparano a scuola della strage, ne parlano a casa, condividono la memoria, ristabilendo un filo tra le generazioni che purtroppo si è spezzato. In questo modo, la storia non cade nell’oblio, ma continua a vivere nelle nuove generazioni.

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