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Progetto di realizzazione di una Casa Funeraria da parte di AMSEF in concerto con FERRARA TUA ed il Comune di Ferrara

Oggetto: progetto di realizzazione di una Casa Funeraria da parte di AMSEF in concerto con FERRARA TUA ed il Comune di Ferrara – considerazioni.

Bologna, 30/05/2024
Prot. n. 240443/ab

La scrivente FE.N.I.OF-Federazione Nazionale Imprese Onoranze Funebri, associazione più storica e maggiormente rappresentativa a livello nazionale delle imprese di onoranze funebri, rappresentante di realtà aziendali del comparto, firmataria insieme a Confcommercio, FIT-CISL, FILT-CIGL e UIL Trasporti del CCNL per personale dipendente da imprese esercenti l’attività funebre, con il presente comunicato è ad intervenire in ordine all’oggetto.
La Federazione rileva con grande preoccupazione il progetto di una casa funeraria realizzata da parte di AMSEF e FERRARA TUA SpA con la collaborazione del Comune di Ferrara, il tutto per una pluralità di motivi che andiamo a spiegare.
Il primo è che AMSEF è completamente controllata da FERRARA TUA SpA e quest’ultima dall’1 gennaio 2023 è la multiservizi la cui proprietà è al 100% del Comune di Ferrara. In sintesi rileva in modo evidente la natura in ambito “pubblico” delle varie realtà coinvolte dal progetto, realtà che, nello specifico per quanto riguarda AMSEF, svolge attività funebre in concorrenza con gli altri operatori privati nel settore delle onoranze funebri.
La normativa regionale dell’Emilia Romagna, in una logica di trasparenza, ha disposto a capo del Comune, in concerto con l’ASL, le funzioni di vigilanza e controllo sui soggetti che esercitano l’attività funebre; il primo dubbio che sorge è che la vicinanza del Comune di Ferrara (per legge il “controllore”) all’iniziativa di AMSEF e FERRARA TUA SpA (dove AMSEF -impresa funebre- risulta la “controllata”) possa in qualche modo influenzare le funzioni di vigilanza e controllo su una propria controllata. Il dubbio sul tema risulta quanto meno legittimo e già c’era quando AMSEF svolgeva la sola attività di impresa funebre; innanzi alla previsione della realizzazione di una casa funeraria di tale portata i dubbi che già c’erano assumono una rilevanza ancora maggiore. Un conto è infatti scendere in campo con la maglia da giocatore ed un conto è con quella di arbitro, certamente non con entrambe.
Oltre a ciò non si può tacere sul fatto che – da quanto apprendiamo dai quotidiani- AMSEF ha ricevuto da parte del Comune di Ferrara la concessione dell’immobile comunale nel quale sorgera’ la nuova casa funeraria. Le altre imprese funebri private di Ferrara e provincia avrebbero avuto il medesimo trattamento da parte del Comune di Ferrara se avessero chiesto la concessione di un immobile comunale per realizzare una iniziativa imprenditoriale quale è la casa funeraria? Crediamo proprio di no, valutazione che va ad affiancarsi ai dubbi già espressi.
Va altresì considerato che, se è vero che la struttura che comporterà un investimento di 3.040.000€ pare verrà sostenuto interamente da AMSEF, è altresì vero che, le varie realtà coinvolte risultano infine riconducibili alla proprietà comunale.
Se un imprenditore privato sostiene un analogo investimento e le cose dovessero andare male, l’imprenditore privato rischia del suo.
Se l’investimento svolto da AMSEF e FERRARA TUA SpA dovesse andare male, chi pagherà gli eventuali debiti?…Riteniamo molto comodo fare imprenditoria con il paracadute della proprietà comunale alle spalle, tutele che l’imprenditoria funebre privata non ha, come non ha mai avuto le stesse attenzioni o favori nell’utilizzo in concessione di immobili comunali.
Ciò detto, riteniamo opportuno esternare una serie di considerazioni sulle quali è bene che i cittadini meditino.
Da anni riteniamo evidente lo stato di fatiscenza e scarso decoro dei locali obitoriali comunali, abbandonati nella manutenzione ed estetica al punto da aggiungere al dolore del lutto il dolore di dover trasferire in tali luoghi i propri cari defunti in attesa del seppellimento o cremazione.
Gli obitori e depositi di osservazione sono però logistiche che la legge nazionale prevede quali obbligatorie per il Comuni che sono chiamati a dover fornire in tali locali la pubblica funzione di custodia dei defunti durante il periodo di osservazione prima dell’accertamento di morte.
Perché il Comune di Ferrara non ha adeguatamente manutentato l’obitorio comunale lasciandolo decadere nelle attuali condizioni? Forse perché dietro c’era da tempo il progetto imprenditoriale della impresa funebre in “orbita comunale”?
Considerando le attuali condizioni dell’obitorio, una volta realizzata la casa funeraria di AMSEF e FERRARA TUA SpA è evidente che i cittadini ferraresi saranno naturalmente orientati a beneficiare della nuova struttura, con tutti gli utili conseguenti da questa scelta del cittadino per il soggetto realizzatore.
Abbiamo inoltre appreso dai giornali che “Sono previsti anche spazi riservati ad operatori esterni (le imprese funebri private, nda) di cui potranno chiederne l’uso previa un’apposita convenzione”. In sintesi si sta dando un messaggio di apertura verso un utilizzo democratico della struttura quando, in realtà, è nostro parere che sia ben chiara la consapevolezza che così facendo i clienti delle imprese funebri private saranno via via condotti presso i locali nei quali capeggerà in modo evidente il logo di AMSEF (che è e rimane un concorrente di tutte le altre imprese funebri private) nella logica di addivenire nel tempo ad un regime monopolistico nel mercato locale delle onoranze funebri.
Vi è infine una ulteriore, svilente, considerazione: apprendiamo dai quotidiani che l’Assessore Cristina Coletti ha dichiarato che “dietro al progetto ci sono stati mesi di interlocuzioni, di lavoro e confronto costante tra i vari uffici ed enti coinvolti, dimostrando come con il dialogo e il “gioco di squadra (di questo infatti si tratta) sia possibile ottenere obiettivi ambiziosi”.
Ci domandiamo per quale motivo non si siano audite le altre rappresentanze del comparto funerario per discutere di questo progetto del quale oggi apprendiamo la sostanza e relativi dettagli.
Le suddette considerazioni non nascono oggi sullo specifico caso di specie ma hanno una antica primogenitura. Sul tema invero anche l’ANTITRUST ebbe ad esprimersi nel 2007 auspicando che i Comuni si astenessero dall’offerta di servizi di onoranze funebri (la circostanza che ciò avvenga direttamente o per tramite di una propria controllata non cambia il ragionamento) dedicandosi invece ai diversi servizi pubblici che si connotano per un prevalente interesse igienico-sanitario o di carattere pubblico-sociale (quale sarebbe stato, ad esempio, l’aver cura del pubblico obitorio) “al fine di assicurare un corretto confronto concorrenziale fra gli operatori di onoranze funebri presenti nei diversi mercati locali, evitando il conseguimento di improprie posizioni di vantaggio che consentano l’accesso privilegiato alla clientela e che, nella generalità dei casi, si traducono, in definitiva, in un costo più elevato del servizio a danno degli stessi consumatori” che, sempre secondo l’ANTITRUST, porterebbe la clientela a non effettuare confronti comparativi in merito alla qualità e al prezzo dei servizi offerti.
L’ANTITRUST nel 2007 concluse il proprio parere con una dichiarazione quanto mai oggi attuale: “L’Autorità auspica che le amministrazioni comunali si adoperino per circoscrivere il loro intervento nella sfera dei servizi pubblici secondo il descritto principio di sussidiarietà, e non invece offrendo servizi commerciali di onoranze funebri, soprattutto quando le stesse imprese godono di specifici diritti e privilegi in grado di avvantaggiarle nel mercato privato. A tal fine, strumenti quali la separazione contabile e societaria non appaiono misure sufficienti a scongiurare una possibile distorsione nei mercati locali delle onoranze funebri.”
Ma evidentemente, nel complicato e lungo processo di definizione del progetto in oggetto, di questo non si è voluto tenere conto.

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