L’agonia vissuta durante e dopo la sepoltura dei nostri genitori.
Il dolore per la perdita dei nostri cari è stato ulteriormente amplificato dall’odissea che abbiamo affrontato durante il periodo di sepoltura. Un lettore ha deciso di condividere la sua travagliata esperienza iniziata lo scorso anno: “Il 20 febbraio mio padre ci lascia – racconta – ma a causa di lavori in corso al deposito del Gran Camposanto, per diverso tempo ci è stato impedito di poterlo visitare. Purtroppo, a giugno, perdiamo anche mia madre e ci troviamo a dover fare richiesta per una cella alla Nuova Piramide, dove intendiamo tumulare anche mio padre una volta cremato”.
Da questo punto inizia il vero e proprio calvario. “Il Comune ci comunica una data per la cremazione. Chiediamo il permesso di poter salutare la bara come vuole la tradizione in questi casi, ma ci viene risposto che la struttura sarebbe stata chiusa e che ci avrebbero avvisato se fosse stato possibile. Riceviamo una chiamata il giorno successivo, poco prima dell’inizio delle operazioni. Arrivati al cimitero, notiamo un foglio appeso alla bara con la scritta a penna ‘Da salutare’. Sconcertati, apprendiamo che la cremazione è stata posticipata di 24 ore, in attesa di altre salme, e che il forno non era stato acceso per un solo defunto. Ci riferiscono così.”
Entrambi i nostri genitori vengono sepolti nel nuovo loculo appena acquistato, ma un nuovo ostacolo si presenta. “Non abbiamo potuto assistere alla tumulazione a causa di un cantiere nelle vicinanze della Piramide. Per mesi, ci è stato impedito di visitare la tomba, rimasta nel frattempo senza lapide in attesa di conferma da parte del dipartimento Cimiteri”. Una volta completati i lavori per la lapide, giunge l’ennesima delusione: le scritte incise sul marmo bianco sono dello stesso colore, rendendole praticamente illeggibili. “La tomba era identificabile solo dalla foto, che avrebbe dovuto essere in bianco e nero come richiesto dal Comune. Un risultato che ci ha profondamente mortificato, bastava davvero poco per evitare un simile errore”.