Chi lavora al cimitero romano di Prima Porta alza le spalle: «I morti sono tanti e le cremazioni vanno a rilento». E proprio nei giorni dell’emergenza da Covid-19 quando invece i servizi dovrebbero accelerare al fine di garantire – laddove necessario – cremazioni celeri giacché gli specialisti convengono sulla necessità di far tornare in cenere attraverso la combustione le salme di chi è morto per il coronavirus. A Roma i decessi di tale natura fortunatamente sono contenuti mentre sull’intero territorio regionale a domenica si contavano 53 morti per coronavirus.
Tuttavia proprio la Capitale ha un unico forno crematorio che si trova al cimitero Flaminio dove al momento gli operatori contano circa 800 salme in attesa di cremazione. Il problema inizia a farsi sentire perché da una parte i decessi da Covid-19 dovrebbero essere cremati in tempi ragionevolmente brevi (non oltre le 72 ore) e poi ci sono gli altri: i tanti cittadini scomparsi per ragioni diverse le cui salme giacciono nella camera mortuaria.