Se vi siete mai chiesti quale necessità ci sia di far indossare il “vestito buono” ai defunti, dato che certamente non se ne serviranno una volta che saranno sotto terra, l’americana Coeio ha pronta un’alternativa che sulla carta è meno insensata e più ecologica.
La fondatrice dell’azienda, Jae Rhim Lee, l’ha chiamata Infinity Burial Suit e, a prima vista, sembra un normale vestito elegante adatto, per l’appunto, a rivestire un morto per l’ultimo viaggio.
Nel suo tessuto sono però presenti le spore di diversi funghi che, dopo la sepoltura, provvederanno a nutrirsi del corpo e a digerirlo in maniera assolutamente eco-compatibile.
Il vantaggio rispetto a una decomposizione – per così dire – senza “aiuti” da parte dei funghi sta nel fatto che questi ultimi sono in grado di neutralizzare i vari elementi inquinanti che negli anni si sono sicuramente accumulati nel corpo: pesticidi, metalli pesanti, conservanti e via di seguito vengono adeguatamente trattati e resi innocui, garantendo così un ritorno alla terra senza conseguenze negative per l’ambiente.
L’Infinity Burial Suit esiste sin dal 2016 ma soltanto da pochi mesi è stato messo in vendita negli USA, dove è disponibile in tre diverse taglie e vari colori (dal classico nero a diverse tonalità naturali) e costa 1.500 dollari.
Jae Rhim Lee promuove la propria soluzione come migliore non soltanto rispetto alla sepoltura tradizionale, ma anche rispetto alla cremazione, che per essere portata a termine richiede il consumo di parecchia energia.
«Sono stata ispirata»– ha spiegato la fondatrice di Coeio – «dall’idea che i funghi sono i maestri della decomposizione sulla Terra, e pertanto l’organismo d’interfaccia tra la vita e la morte».
Considerando poi l’amore per gli animali domestici che contraddistingue la nostra era, Coeio ha lanciato anche un prodotto a essi dedicato: un Infinity Pod che consente, come il vestito, un «ritorno naturale» alla terra.
fonte: zeusnews.it