Anche a Iglesias è in crescita il numero delle persone che sceglie di far disperdere le proprie ceneri in ambienti naturali: una trentina, secondo i dati diffusi dal Comune, soltanto nel 2018. È possibile farlo nello specchio d’acqua al largo del faraglione Pan di Zucchero e nella foresta demaniale Marganai, nella parte che rientra nel Comune di Iglesias. Ma chi vuole può disporre che l’urna venga custodita in quella che è stata la propria casa.
È l’ufficiale di Stato civile del Comune a rilasciare l’autorizzazione per la cremazione, dopo avere acquisito il certificato medico. La volontà del defunto è necessaria: qualora non sia testamentaria, va espressa dal coniuge o dal parente più prossimo. Vale anche l’iscrizione a un’associazione riconosciuta che abbia, tra i suoi fini, la cremazione. Per la dispersione, invece, basta dare comunicazione allo Stato civile e attenersi alle disposizioni del Regolamento di Polizia mortuaria.
Un tema delicato, dal punto di vista religioso. Pur preferendo la sepoltura, la Chiesa non si oppone alla cremazione, ma rileva perplessità su dispersione delle ceneri e sulla conservazione in luoghi diversi dal cimitero. Don Giorgio Fois, parroco di San Pio X e delegato a rilasciare un commento sul tema da monsignor Giovanni Paolo Zedda, vescovo della Diocesi di Iglesias, fa notare che soprattutto nel caso di spargimento o di sepolture anonime si impedisce la possibilità di esprimere, con riferimento a un luogo preciso, il dolore personale e comunitario. Inoltre si rende più difficile il “ricordo dei morti”.