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Piacenza. Cremazioni in forte aumento: tutti i dati.

Anche a Piacenza le cremazioni sono in forte aumento. Rispetto alle 450 salme del 2017, al 30 ottobre di quest’anno risultano essere 425 i defunti residenti nella provincia piacentina che sono passati attraverso il tempio crematorio cimiteriale. Da qui a fine anno, la proiezione dei gestori del forno porta a una stima di circa 510 cremazioni, pari al 42% circa dei decessi e a un incremento del 20% sull’anno scorso. In città, dal 2002 al 2017, il tasso di mortalità medio, ovvero il rapporto tra il numero delle dipartite e la quantità della popolazione, si aggira intorno all’11,8%. Stanno cambiando, insomma, i metodi classici in tema di sepoltura. Dietro a questa scelta, ci sono le motivazioni personali più disparate. Qualcuno parla di questioni igieniche, altri vogliono che i propri resti siano custoditi in casa. Oppure si decide per la dispersione delle ceneri, che nel comune è consentita dopo una lunga trafila burocratica. Anzitutto, bisogna dimostrare la volontà del defunto relativa a questa pratica attraverso una disposizione testamentaria, autografa o verbale resa in vita all’ufficiale. L’Ufficio di stato civile, una volta verificate le condizioni previste, rilascia l’autorizzazione alla persona designata per effettuare la dispersione. Fatto sta che la cremazione è diventata lentamente un sinonimo di modernità, dato che spesso è ritenuta più corrispondente alla carenza di spazi cimiteriali e alle esigenze di autodeterminazione individuale nello scegliere la destinazione delle ceneri piuttosto che quella del cadavere. Non a caso, i numeri sono impressionanti: complessivamente, da gennaio 2018 ad oggi, il forno crematorio di Piacenza ha preso in carico 1.668 salme provenienti al di fuori del territorio, oltre a due bambini nati morti, 44 resti in casse di legno, 624 in casse di cartone e 30 resti ossei. La struttura, collocata presso il settimo reparto del cimitero urbano, è in mano all’azienda bolognese “Altair” che l’ha inaugurata nell’agosto 2015 dopo anni di richieste da parte della cittadinanza. È composta dal forno, una sala di commiato per ospitare i parenti con oltre ottanta posti e un giardino dove appunto si possono disperdere le ceneri. Può compiere una decina di cremazioni al giorno. Dopo lunghe sofferenze, anche la Chiesa cattolica ha cambiato disposizioni a riguardo dell’incenerimento dei corpi. A dire il vero, non ha mai condannato la cremazione in sé, ma l’ideologia antireligiosa che la accompagnava. Dal 1963, viene lasciata ai fedeli la libertà di scegliere di poter essere cremati, considerandola una modalità di sepoltura rispettosa del cadavere allo stesso modo dell’inumazione.

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