In un convegno svoltosi nell’ambito di Devotio è stata posta a Don Amilcare Zuffi, direttore Ufficio Liturgico Diocesano di Bologna e Segretario della Commissione Regionale Emilia Romagna per la Liturgia, la domanda se la Chiesa fosse contraria alla sola dispersione delle ceneri in natura o anche nell’apposita area interna al cimitero denominata “giardino delle rimembranze”. La risposta è stata negativa: la contrarietà è all’atto della dispersione e non in funzione del luogo prescelto. Questo il testo delle Istruzioni Ecclesiastiche citate: “Per evitare ogni tipo di equivoco panteista, naturalista o nichilista, non sia permessa la dispersione delle ceneri nell’aria, in terra o in acqua o in altro modo oppure la conversione delle ceneri cremate in ricordi commemorativi, in pezzi di gioielleria o in altri oggetti, tenendo presente che per tali modi di procedere non possono essere addotte le ragioni igieniche, sociali o economiche che possono motivare la scelta della cremazione”.
Sempre nello stesso incontro, a specifica ulteriore domanda, è stato chiarito che laddove sia stato permesso dalla Chiesa (in rari casi, sempre previsti dalle citate Istruzioni) l’affidamento con custodia in casa dell’urna cineraria, alla morte dell’affidatario l’urna dovrà rientrare in cimitero o in altro luogo sacro: “Per i motivi sopra elencati, la conservazione delle ceneri nell’abitazione domestica non è consentita. Soltanto in caso di circostanze gravi ed eccezionali, dipendenti da condizioni culturali di carattere locale, l’Ordinario, in accordo con la Conferenza Episcopale o il Sinodo dei Vescovi delle Chiese Orientali, può concedere il permesso per la conservazione delle ceneri nell’abitazione domestica. Le ceneri, tuttavia, non possono essere divise tra i vari nuclei familiari e vanno sempre assicurati il rispetto e le adeguate condizioni di conservazione”.
Il convegno ha consentito di analizzare alcuni esempi di trasformazione di chiese tedesche abbandonate o scarsamente utilizzate in luoghi di conservazione di urne cinerarie e, in taluni casi, di esposizione del feretro, vere e proprie sale del commiato religiose, recuperando così storiche tradizioni. Anche in questo caso, a specifica domanda, Don Amilcare Zuffi ha specificato che in Italia allo stato attuale non esistono specifiche Istruzioni della Conferenza Episcopale Italiana circa l’uso di Chiese, abbandonate o scarsamente utilizzate, come ambiti cimiteriali per conservazione di urne cinerarie e che sussistono norme regionali e statali sulla materia.