La Sefit ha recentemente diffuso i dati sulle cremazioni svolte in Italia nel 2016, anno in cui si sono registrate a consuntivo 141.553 cremazioni di feretri, contro 137.165 del 2015, con un aumento percentuale del 3,2%, corrispondente a 4.388 unità, determinato in particolare dal calo della mortalità generale. L’incidenza della cremazione è del 23,01% (su 615.261 decessi), con un notevole incremento in termini percentuali (+1,83%). Le regioni in assoluto dove si crema di più sono quelle meglio dotate di impianti di cremazione e con maggiore mortalità, vale a dire la Lombardia (36.590 cremazioni), l’Emilia-Romagna (20.600) e il Piemonte (20.285). La crescita percentuale maggiore si è avuta in Sardegna (+41, 8%), Puglia (+39,5%) e Sicilia (+21,3%); la crescita numerica più elevata si è registrata invece in Emilia Romagna (+2.777), Lazio (+829) e Veneto (+516). Anche nel 2016, così come negli anni precedenti le città in cui vengono effettuate il maggior numero di cremazioni sono Roma (12.376), Milano (10.776) e Genova (6.048); a seguire, con oltre 4.000 cremazioni, Mantova (4.973), Livorno (4.719), Trecate (4.302) e Bologna (4.201).