Una volta, dentro il cimitero monumentale di San Vito, anche si nasceva. Il custode era tenuto ad abitare nell’edificio con i muri di sassi, situato dietro la chiesa. Lui aveva l’ufficio al pianterreno mentre con moglie e figli risiedeva nell’alloggio sopra. Figli che dunque, come si usava fino a qualche decennio fa, nascevano in casa, proprio in mezzo al camposanto. Il che avvenne negli anni Venti quando il custode, noto in città come “sior Gildo”, ottenne questo lavoro dopo essere tornato con un’invalidità dalla Grande Guerra.